Fèria grosa ed Rigòs

Come ogni anno, nell'ultima domenica di giugno, a Rigoso si festeggia l'antica tradizione del grande mercato. Una festa che celebra il paese per quello che un tempo era luogo di scambi commerciali tra vallate adiacenti, terre di confine dove spesso il contrabbando aveva la meglio.
Come si legge dalla descrizione di Don Giuseppe Cignolini inviata nel 1804 al Cardinale Carlo Francesco Caselli: 
"Restami finalmente a parlar del commercio, che appunto ho riserbato a questo passo, perché senza conoscere la legislazione ed i costumi di questa popolazione non si potevano manifestare le cause che gli danno spirito e forma. Commerciano addunque questi abitanti in generi e l'opera loro. Quanto ai generi vi sono naturalmente invitati dalla vicinissima libertà in cui vivono a questo riguardo e dalla vicinanza della Lunigiana, la quale o pel suo naturale bisogno o per farne commercio co' Genovesi ritira sempre dal Parmigiano molta quantità di granaglie. Ne' mesi quindi d'estate si fa un florido mercato di questo genere in Rigoso luogo situato in prossimità del confine e del tutto acconcio a tal uopo. Ma siccome la sterilità di questo suolo non ne somministra di superfluo, si è avuto ricorso allo stratagemma ed al contrabbando."


Quest'anno la Fèria grosa (Festa grossa) si è svolta domenica 28 giugno ed ha richiamato la presenza di numerosi visitatori. Rigoso si è animato di persone, colori e profumi tra le bancarelle dello storico mercato, mentre torta fritta e salumi, birra e una meravigliosa giornata di sole hanno sancito l'inizio dell'estate nel più alto borgo dell'Appennino parmense.